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Gli studenti del Falcone incontrano i curatori Luigi Ottani e Roberta Biagiarelli.

Un confronto interessante si è svolto lunedì 20 maggio 2019, presso il Museo Civico “Goffredo Bellini”, fra gli studenti delle classi seconda e quarta del corso Relazioni internazionali per il Marketing del nostro Istituto e i curatori della mostra fotografica “Scappare la guerra”, il fotografo Luigi Ottani e Roberta Biagiarelli, attrice , regista e documentarista.  Come testimonia anche il catalogo “Dal libro dell’Esodo”, essi hanno documentato, attraverso un reportage, l’immigrazione da terra, della quale non siamo molto informati. Si sono concentrati, in particolare, ad analizzare questo fenomeno sulla linea di confine greco-macedone. Qui arrivano immigrati dalla Siria, dall’Iraq, dall’Afghanistan, che mirano a raggiungere i Paesi nord-europei, come la Germania e la Penisola Scandinava. Al contrario di quanto si possa immaginare, l’Italia non è una delle principali mete di queste persone. Inoltre, è necessario aggiungere, come testimonia Roberta Biagiarelli, che si tratta di uomini, donne e bambini che scappano dalla guerra e sono costretti ad abbandonare le proprie abitazioni ed i loro affetti, ma non per questo dobbiamo provare compassione nei loro confronti, in quanto coloro che riescono a scappare hanno una disponibilità economica maggiore rispetto agli altri costretti a una non vita nei campi profughi.  Hanno anche tanto coraggio da attraversare i confini (quando ci riescono) che sono sempre più  pericolosi a causa della presenza di un particolare tipo di filo spinato chiamato “concertina 22”: si tratta di un filo costituito da lamine che lacerano le carni qualora qualcuno tenti di attraversarlo.

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Il filo spinato ricorda i campi di concentramento ed anche le trincee della Prima Guerra Mondiale (periodo in cui il filo spinato era già presente). Ciò è fondamentale per comprendere che la storia è importante e dovrebbe lasciare un segno nella vita dell’uomo, in modo tale da evitare di commettere gli stessi errori del passato. Purtroppo, però, la continua presenza di questo elemento indica un imbarbarimento della società, che, invece di svilupparsi, regredisce. Per spiegare questo concetto Roberta Biagiarelli ha ricordato la caduta del muro di Berlino avvenuta nel 1989. Trent’anni fa si pensava di costruire un mondo globalizzato in cui tutti avessero la libertà di circolare, ma, purtroppo, oggi non è così perché le persone non possono stabilirsi facilmente in uno Stato straniero, né circolare liberamente.
In aggiunta a ciò, Ottani e la Biagiarelli hanno raccontato che il loro reportage ha lo scopo di mettere a conoscenza ogni individuo dell’esistenza di questo fenomeno, il moderno esodo di massa via terra verso l’Europa, di cui, purtroppo, i mass-media non parlano spesso. Essi, infatti, tendono a riportare soltanto le notizie che fanno più ascolti per una pura e semplice questione di business. Luigi Ottani, dunque, ha criticato, grazie alle sue competenze, il lavoro dei fotografi ed i mass-media che colgono solo gli aspetti più drammatici di un evento per coinvolgere emotivamente lo spettatore. Infatti, il loro comportamento non è sempre onesto, perché le informazioni trasmesse al pubblico vengono spesso manipolate per mandare un messaggio specifico. Tuttavia, attraverso gli strumenti di cui oggi disponiamo, è possibile ottenere più informazioni riguardanti una certa tematica, possiamo documentarci e confrontare le fonti. Di conseguenza, ognuno di noi è in grado di sviluppare un senso critico utile per comprendere ciò che realmente accade nel mondo. Però, per fare questo, è necessario interessarsi maggiormente a tutti gli argomenti della vita quotidiana. Soltanto informandosi si può affermare di far parte realmente del mondo.

 

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